Barbabietola da zucchero

Lo stress da barbabietola da zucchero

Il peggior incubo per un genitore? No, non è accorgersi che il proprio figlio è una sua versione in miniatura. Il peggior incubo per un genitore è seguire il figlio nel fare i compiti. Penso che questo sia l’argomento più frequente nelle mie conversazioni con i genitori.

Quando pensi di non dover avere più a che fare con riassunti di brani noiosi di antologia, mappe concettuali sulla fotosintesi clorofilliana, disequazioni di secondo grado, coltivazioni di barbabietola da zucchero che, ammettiamolo, ci hanno salvato in tutte le interrogazioni di geografia, ecco che ti ritrovi a rimetterti sui libri con tuo figlio.

In prima elementare, pensi: “Ma sì, dai, non sarà poi così pesante, controllo che li abbia fatti tutti a fine giornata e andrà bene”.

In prima media, speri: “Sicuramente quest’anno sarà diverso. Sarà più autosufficiente e non avrà bisogno di me per fare i compiti”.

In primo superiore, ci rinunci e dici: “Dai, 5 anni e finisco di scontare la pena”.

Per quelli che non hanno vissuto o non stanno vivendo tutto questo, beati voi, ma sappiate che per quanto tutto questo faccia sorridere, la realtà è che davvero la scuola può essere fonte di profondo stress per tutta la famiglia e può segnare il bambino in tutto il suo percorso scolastico.

Quando mi trovo ad affrontare questo discorso con i genitori, ci sono principalmente 3 cose che dico:

Ogni bambino o studente ha bisogno di individuare i suoi punti di forza e i suoi punti deboli. Per quanto sia importante lavorare sui punti di forza, è ancora più importante e più urgente, colmare le lacune e potenziare le capacità ancora un po’ deboli. L’ideale sarebbe cominciare a farlo già prima che il bambino cominci la scuola, osservando le tappe cognitive e potenziando le funzioni esecutive. Non è detto che questa sia responsabilità unicamente dei genitori però. Infatti, gli insegnati della scuola materna o altri educatori/insegnanti che sono a contatto con il bambino possono essere un valido supporto in questa fase. E se notassimo delle difficoltà o carenze in alcuni ambiti? In quel caso, il pediatra potrà indirizzarci verso lo specialista adatto per fare degli accertamenti.  

Per quanto possa essere difficile, cercate di aiutare il bambino a studiare e fare i compiti in maniera autonoma. Se il bambino presenta disturbi dell’apprendimento o della concentrazione, non significa che non possa acquisire la propria autonomia nello svolgere i compiti a casa. Sicuramente, sarà necessario seguire i consigli del logopedista o psicologo che segue il bambino (per approfondimento “DSA, ADD e ADHD… no, non è un codice da decifrare”). Ma anche in assenza di disturbi, si dovrebbe evitare di sedersi accanto al bambino, dirgli ogni cosa che deve fare, sollecitarlo nell’essere più veloce ed evitare che faccia errori. Perché vedete, il tempo che il bambino dedica ai compiti, errori e pause comprese, sono parte dell’esperienza di apprendimento anche più importante di terminare tutti i compiti per il giorno dopo. Con questo non voglio dire che sono autorizzati a non finire i compiti, ma che bisogna fare del nostro meglio per rendere l’esperienza il più efficace possibile così da insegnare loro come amare l’apprendimento perché non potranno imparare tutto negli anni scolastici.

I voti non definiscono l’intelligenza e le capacità di uno studente. Sia che si tratti di un bambino o di un adolescente, avere voti alti non dovrebbe essere il fine ultimo dello studio. Se un bambino o un ragazzo studia principalmente per ottenere un voto alto, farà tutto ciò che è necessario per prepararsi per quel test, per quella interrogazione o per quel compito in classe, rischiando di trascurare tutte quelle altre attività ed esperienze che sono comunque fonte di apprendimento e che possono aiutarlo a tracciare la propria strada sviluppando nuovi interessi. Con questo non voglio dire che i voti bassi vanno bene o che dobbiamo far fina di niente. Ciò che voglio dire è che fino a quando sapremo che nostro figlio sta facendo del proprio meglio e sta vivendo con serenità il suo percorso scolastico, allora potremo stare tranquilli.